
L'arena della Fortezza medicea è stracolma, classico ritardo da concerto, tre generazioni unite nel nome del Progressive Rock, sul stanno per salire loro: La Premiata Forneria Marconi.
Due ore e mezzo di concerto, una prima parte interamente dedicata a De Andrè, con pezzi che vanno da Bocca di Rosa a Il testamento di Tito, poi il "bis" più di un'ora di puro rock, con pezzi noti e meno noti, assoli, arrangiamenti, pezzi che si fondono, si amalgano, energia che sale e entra dentro, che carica, scioglie, sfoga, innamora e fa innamorare.
Di Cioccio come sempre è tarantolato, salti, corse, bacchette che vorticano nelle mani perquotendo di tutto, Mussida lascia scorrere veloci le mani sulle corde, Djivas che fa rimbombare sterni e stomaci con il basso a mille.
A fine concerto la voce non c'era, le orecchie fischiavano e il sorriso arrivava alle orecchie, indubbiamente uno dei migliori concerti visti quest'anno.
cioè, ti paga il povero franz per recensirlo così bene?
scherzo, sono solo cattiva di natura!
baci
se mi pagasse, mica sarebbe male….
Dillo che in realtà è che ti disegnano così 😉
è che mi è andata via l’abbronzatura…quindi rispunta il lato oscuro.
ma sai che è solo un vizio teatrale!!!!!
Continuando per metafora, gli anni ’70 sono finiti e ti pare che il prog da allora abbia partorito qualcosa di nuovo?
Il mio miglio concerto visto quest’anno? Maria Pia De Vito: una grande!
Il prog è incastonato negli anni ’70, da allora niente di nuovo, è servito solo come spunto per le generazioni di musicisti successivi.