La storia siamo noi

Ieri eravamo 6000 contro l'ampliamento di un aereoporto e la distruzione ed il saccheggio di un luogo ricco di risorse ambientali e naturali, contro un progetto a solo scopo speculativo che non porta nessuno sviluppo al territorio ma solo una riduazione della qualità della vita. Dopo la manifestazione di ieri le istituzioni non potranno fare finta di niente, non potranno restare indifferenti alle migliaia di persone che hanno aderito spontaneamente al comitato.

Sabato prossimo poi a Genova, saremo in tanti a ricordare quello che è accaduto 6 anni fa, a ricordare che il sogno di Genova non si arresta, a chiedere una commissione d'inchesta per far venire fuori la verità su quei tre giorni di sospensione delle libertà democratiche.  Perchè Genova è stato un po' un punto che ha segnato molte generazioni, che ha lasciato dei segni, perchè quando vedi le immagini di Genova anche se non c'eri, non puoi rimanere indifferente, pensando che è avvenuto a poche ore da dove abiti, in un paese che credevi civile ed avanzato. Per questo voglio rilanciare l'appello della manifestazione di sabato 17 novembre:

LA STORIA SIAMO NOI
Un appello alla mobilitazione di tutti per il 17 novembre

"La storia siamo noi" non è uno slogan. E' un approccio preciso: da un lato la storia sociale, dall'altro la storia del potere. Chi lo ha cantato in questi anni lo ha fatto con l'istinto di chi sa di aver vissuto un pezzo importante della storia, ufficiosa o ufficiale che sia. E lo ha fatto pensando a Genova 2001. Con ogni mezzo necessario.
Dal 21 luglio 2001 in poi la giustizia e la politica hanno cominciato la revisione della storia che ognuno di noi ha vissuto sulla nostra pelle: coloro che si sono ribellati a una certa visione del mondo sono diventati terroristi; coloro che hanno seminato il panico nelle strade di Genova sono diventati i paladini dell'ordine e della giustizia.
Per sei lunghi anni tutto questo è serpeggiato nelle aule di tribunale, mentre la nostra voce collettiva si affievoliva, con un processo di rimozione collettiva che ha fatto sì che in molti dimenticassero che Genova non è stata solo il terrore in divisa, ma anche e soprattutto la forza e l'energia di centinaia di migliaia di persone che almeno per pochi giorni hanno pensato che il mondo potesse essere diverso da come ce lo hanno sempre raccontato e rappresentato.
Per sei lunghi anni il teatrino delle corti penali si è sostituito alla presa di parola delle persone vive, nella convinzione che verità giuridica e realtà storica in qualche modo convergessero, nella speranza che in qualche modo tutto si sistemasse e non fossero in pochi a pagare la stizzosa vendetta del potere.
Le requisitorie dei pm Anna Canepa e Andrea Canciani nel processo che vede 25 persone imputate per devastazione e saccheggio, hanno completato l'operazione di revisione della storia che è cominciata il giorno dopo le mobilitazioni contro il g8 del 2001 e si sono concluse con la richiesta di 225 anni di carcere.
Pensiamo che sia arrivato il momento di prendere di nuovo la parola, di gridare con forza che gli eventi del luglio 2001 appartengono a tutti noi, di mobilitarsi in massa e con intelligenza per fare si che 25 persone non paghino per qualcosa di cui siamo stati protagonisti tutt*, nessuno escluso.
Vogliamo rilanciare con forza la mobilitazione di massa del 17 novembre a Genova, e tutte le iniziative tese a riappropriarci della nostra memoria e del senso di quei giorni lontani sei anni ma ancora vivi in quello che hanno rappresentato.
Vorremmo che tutti rilanciassero questo appello senza firme, senza identità, senza se e senza ma, perché Genova non è finita, è ancora qui, oggi, e riguarda tutti e tutti se ne devono fare carico, senza esclusioni.

Per cominciare primo appuntamento a Genova: 17 novembre 2007
LA STORIA SIAMO NOI

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