baby we’ll never go back

Il cappuccio della giacca alzato per ripararmi dal vento, le cuffie nelle orecchie, qualche goccia di pioggia e un freddo pungente.
Quel maledetto semaforo pedonale è rosso, sempre, soprattutto la mattina quando sono in ritardo. Non ho mai capito come funzionino i tempi dei semafori: ci sono volte che è subito verde e altre che invece sembra non arrivi mai.
Una ragazza con un cappello di lana di quelli con il pon-pon in cima e un cappotto marrone arriva trafelata, anche lei le cuffie nelle orecchie, tiene il tempo con il piede.
Sbuffo, mi guardo intorno, macchine non ce ne sono e il semaforo è sempre rosso.
Bruce canta di voler fuggire insieme a Wendy, perché i vagabondi sono nati per correre.
Alzo lo sguardo incrociando quello della ragazza, le faccio un cenno come per dire "andiamo?" e attraverso la strada a passo spedito.
Non mi sono voltato a guardare se mi aveva seguito, ma tanto come ho messo piede sul marciapiede dall'altro lato il semaforo è diventato verde e Bruce ha finito di cantare.

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