Baby we’ll be fine


«ciao, ci sentiamo dopo. Ti voglio bene»
«ciao»
«ciao»
«ciao»
«ciao»
*click*
Continuo a salutare anche dopo che ha attaccato.
Ritornano i rumori, ritorno qua. La terza telefonata della giornata, fortuna che non le paghiamo.
C'è sempre un buon motivo per voler stare vicini, sempre. C'è sempre un buon motivo per dover essere lontani, ancora.
Ci sono 200km che in giornate come queste farei anche a piedi, arriverei sudato e con le scarpe consumate a suonare il campanello con un fiore in mano.
Ci sono le nuvole che arrivano da dietro le montagne e il vento che entra sotto la giacca mentre cammino a passo svelto verso casa, che poi se tirassi dritto arriverei direttamente là.
Quanto ci vuole? Un uomo a passo svelto può fare 5-6 km/h. Dividi 200 per 5 o 6 (che poi dopo un po' diventerà pure 4) fa quaranta o trentatrevirgolatreperiodico, troppo.
In casa non c'è ancora nessuno, mi siedo in cucina e bevo un bicchiere d'acqua, ho il fiatone.
Dicono che l'importante è il viaggio, non l'arrivo, non lo so mica io se essere d'accordo. C'è che a ogni arrivo di tappa devi guardare al prossimo, prenderti un po' di riposo e ripartire.
Devi fare il tuo passo, che poi altrimenti in salita schianti, e quando sei in salita altro che al viaggio, pensi ma all'arrivo.
E se dessi una gonfiata alle ruote? In bicicletta chissà quanto ci metto?

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