Sono tempi strani, soffiano venti che pensavano dimenticati. Ritornano parole d’ordine antiche: patria, confini, difesa. Vengono costruiti nemici per dividere, quando siamo tutti sullo stesso gommone alla deriva. Prendono forza dalle paure, e adesso annusano il vento favorevole e tirano fuori il muso: aprono sedi, sfilano in ordine marziale, rilasciano dichiarazioni perentorie.
E quindi quale momento migliore, di ricordare con forza a tutti che no, non c’è e non ci deve essere spazio oggi per vecchi e nuovi fascismi. Che è inutile cambiare nome, mascherarsi dietro parole apparentemente anti-sistema: la puzza di fascista si sente da lontano. Ed è facile dopo tanto tempo, con le condizioni mutate dimenticarsi cosa si festeggia oggi: la liberazione, e gli uomini e le donne che coraggiosamente lottarono.
Con loro però è necessario ricordare che quella liberazione in realtà non è mai finita, e forse non potrà nemmeno mai finire, perché il fascismo si insinua dentro, fa finta di niente e poi spunta fuori quando le paure prendono il sopravvento e le speranze si fanno meno brillanti.
E allora facciamo festa oggi, e poi torniamocene a combattere quelle paure, ché ancora fischia il vento.