Categoria: web

  • RIP Splinder

     

    Era il 6 giugno del 2004 quando ho scritto il mio primo post su Splinder, non avevo ancora 18 anni, e avevo scoperto "quel sito dove ci puoi scrivere, tipo un diario" per caso in un noioso giorno di scuola di fine anno, su imbeccata di un amico (ciao Antonio!).
    Sono passati quasi 8 anni da quel giorno, ho sempre un blog, ci scrivo molto meno raccontando cose diverse da allora (e con una punteggiatura molto migliore), ho conosciuto molte persone belle, scambiato commenti e idee, fatto progetti più o meno riusciti.
    Sono cresciuto da allora, mi sono diplomato, ho cambiato strada, preso una laurea, quasi due, scrivo con una migliore punteggiatura.
    Un po' mi vergogno di quello che scrivevo lì (e anche di quello che scrivo qua, ma non conta), però sono molto dispiaciuto che oggi tutti quei post e quei commenti, il template con il blogroll pieno di ricordi, spariscano come lacrime nella pioggia; certo, ho salvato tutto, esportato e importato da altre parti, ma non è la stessa cosa.
    Ciao Splinder, è stato bello.

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  • #ioricordo Genova

    Tra qualche settimana saranno passati 10 anni dal G8 di Genova, tra tutte le celebrazioni e iniziative per celebrare l'anniversario quella che mi ha colpito di più è: #ioricordo Genova una bellissima iniziativa lanciata da Claudia.

    Un luogo dove raccontare quello che stavamo facendo in quei giorni, per ricostruire un racconto collettivo, mettendo inisieme tanti frammenti scomposti e non collegati tra di loro, ma che attraverso il ricordo delle emozioni e delle sensazioni vissute in quei giorni faccia muovere "l'ingranaggio collettivo" e sociale che è la memoria.

    Per partecipare potete inviare i contributi qua e/o usare l'hashtag #ioricordo su twitter, fate girare l'ingranaggio!

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  • Quer Pasticciaccio Bello

     

    Quer pasticciaccio bello nasce come costola [sinistra] del My own private Milano. Dieci fotografi romani, dieci foto della periferia di Roma, dieci scribi di fuori Roma. Per parlare, raccontare o anche solo immaginare la parte più grande e, forse, più complessa di questa città. Perché se vi hanno detto che Roma è solo il Colosseo e i sampietrini, beh, vi hanno mentito.

    Quando mi chiedono in quale grande città d'Italia mi piacerebbe vivere la risposta è immediata e sempre la stessa da sempre: Roma.
    Per questo non ho avuto dubbi quando mi è stato chiesto se volevo partecipare a "Quer pasticciaccio bello".

    Dieci frammenti che narrano degli epicentri di un'altra Roma, diversa da quella che attraversa un normale visitatore: da Ostia al Tufello passando da Cinecittà e il Villaggio Prenestino da Villa Carpegna a Lunghezza…

    Si scarica QUI, dentro come avrete capito c'è pure un mio piccolo contributo. Leggetelo tutto che merita.

    Un grazie a Frattaglia per l'invito, a Nemo per la grafica e a tutti gli altri fotografi e scribi per le cose belle che ci sono dentro (poi dici perché ti piace l'internet).

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  • [Psla 2010] Buon natale Bill!

    Per passare al meglio questi ultimi giorni di un 2010 che sta finendo mi leggerò quello che è il primo regalo di Natale: il Post sotto l'albero.
    Non posso che ringraziare Sir Squonk che rende possibile questa magia natalizia ormai da 8 anni. Come l'anno scorso anche quest'anno ho provato a scrivere qualcosa. Avevo preparato tutt'altro pezzo, ma poche ore prima della scadenza per la consegna ho pensato che in fondo a Natale si può essere un po' più leggeri e allora ho cancellato tutto quello che avevo preparato qualche mese prima.
    Se volete qua lo potete scaricare. Io ve lo consiglio, poi al massimo dopo che avrete scartato il pacchetto se non vi piace, come tutti i regali lo potete riciclare. 

    (altro…)

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  • Wikiplomacy

    In tutta questa faccenda di Wikileaks a me più che i contenuti dei documenti (spulciandoli alcuni dei quali anche molto interessanti tipo questa analisi del Degastan che passa dal racconto del matrimonio del figlio di un boss locale), di cui tutti oggi stanno scrivendo, ha colpito il metodo.
    Come fa notare Gianni Silei è da quando i Bolscevichi pubblicarono gli accordi segreti tra le potenze della prima guerra mondiale che non succedeva qualcosa del genere e prima era avvenuto qualcosa di simile con la pubblicazione dei dispacci degli ambasciatori della Serenissima.
    Rimane quindi ancora valida l'idea wilsoniana di una diplomazia non più segreta, ma discussa e condivisa, attraverso una lega delle nazioni? 
    Magari da tutto questo oltre l'informazione pure la diplomazia ne uscirà cambiata.

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  • Un posto dove… girare il mondo.

    Il blog di Lorenzo Cairoli è uno di quelli che consiglio sempre a tutti di leggere, di quelli che ogni volta ti viene da segnalare il link dei post e dici cazzo, come mai nessuno parla di questa cosa. A febbraio Lorenzo annunciò che stava preparando un giro del mondo, nel mezzo tante segnalazioni e tante storie dai luoghi che avrebbe visitato, poi più niente fino a qualche giorno fa, mille problemi e la voglia di partire non lo scoraggiano, trova sponsor e finisce di organizzare il tutto. Proprio in questi giorni è partito il blog Palato Nomade su Gambero Rosso dove parlerà di cibo, ma non solo. 

    Ormai la partenza è vicina, la prima tappa è l'America Latina:

    La prima tappa sarà la Colombia con base a Cartagena, poi una trasferta insidiosissima ad Haiti fino al Plateau Central per scoprire come se la passano veramente gli haitiani a cinque mesi dal terremoto. Seguiranno incursioni a Cuba, nella turbolenta Giamaica di Bolt e di Dudus Cooke, a Panama, in Venezuela, in Ecuador, in Perù, in Cile. (via Palato Nomade)

    Insomma, io vi consiglio di segnarvelo nei feed e tra i preferiti, perché ci sarà da leggere cose splendide nei prossimi mesi. Buon viaggio e in bocca al lupo Lorenzo!

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  • Piazza bella piazza?

    Prendo spunto da un post di Giovanna Cosenza e da uno di Loredana Lipperini.

    La Piazza con la P maiuscola è quell'entità che da sempre dovrebbe portare attraverso una sollevazione popolare al cambiamento.

    Usata e abusata è divenuta il fine e non più il mezzo, cancellata mediaticamente in tutti i casi in cui non è stramba o con numeri che non possono essere ignorati e per rimediare gli organizzatori gonfiano ogni oltre limite, sparando cifre improbabili o provano a fare notizia in altro modo. Manifestazioni importanti, ma dai numeri non gonfiati, vengono così oscurate anche sui giornali presunti di "sinistra" (vedi le manifestazioni del movimento per la casa romano, raccontata su internet dal solo Lorenzo Cairoli e ignorate, ma più motivi da tv, stampa nazionale e locale, anche da quella considerata di "sinistra").

    A inizio anni 2000, da Genova in avanti i movimenti avevano saputo andare oltre la piazza, usare le rete, nascevano i network di Indymedia, venivano scambiate riflessioni, progetti, appuntamenti, venivano connesse esperienze, sui forum i dibattiti erano accesi, le mailing list producevano analisi e confronto.
    Per poter ritrovare qualcosa di simile a quello che accadde in quei mesi bisogna arrivare al movimento dell'Onda (qua ne scrivevo a novembre) dello scorso autunno, con la sua scoperto dei social network, con lo scoprire come relazioni virtuali si possano tradurre nella realtà e riempire le piazze e le assemblee.
    Oggi stiamo assistendo ad un fenomeno simile con la nascita dei tanti micropride spontanei di questi giorni(e bravo zambardino a parlarne).

    In tutto questo quelli che fanno la figura degli assenti sono i soggetti organizzati. Spiazzati completamente da quello che la rete ha messo a disposizione, non riescono ancora a capire come interfacciarsi ed usare i nuovi strumenti, da affiancare all'organizzazione "reale" per poter incidere nella società, per ricostruire un immaginario, un alfabeto simbolico andato in frantumi sotto i colpi dell'egemonia culturale berlusconiana.

    Sempre più debole, tutta la sinistra ha un compito, che non è quello di sconfiggere elettoralmente Berlusconi (che sarebbe sicuramente più semplice), ma quello di riuscire a ricreare un immaginario tale che possa competere per l'egemonia culturale in Italia, che si dimostri alternativo a quello vincente degli ultimi 20 anni.

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  • Parmaworkcamp.

    E' obbligo che scriva due righe per raccontare la due giorni parmense (o parmigiana? no, parmigiana è quella di melanzane). 

    Come primo atto devo fare i complimenti a Fran e a Davide per l'organizzazione più che perfetta, son stati bravi a contrattare anche due giornate di sole (seppur la temperatura non era proprio estiva, però le mediazioni alle volte sono necessarie).

    Ci sono stati molti interventi che ho trovato interessanti, menzione speciale va all'intervento di elena sulla cooperazione, purtroppo poco capito, perchè ritengo il movimento cooperativo molto 2.0 e la diffusione dei principi che stanno alla base non può che fare bene. 

    Il più atteso di tutti è stato sicuramente Paul, tutti a scrutare ogni faccia più o meno sconosciuta provando ad immaginarlo e lui cosa fa? Fa apparire i biglietti sul lavandino del bagno. Genio. 

    I vigili di Parma sembrano sceriffi del farwest, ma i controllori sugli autobus sono i più pignoli che abbia mai visto, ma non mi hanno beccato lo stesso senza biglietto (non mi avrete mai! [qui ci andrebbe una risata malefica tipo cattivo dei film]). 

    Un grazie davvero a tutti, quelli conosciuti e quelli che ancora devo conoscere, è stato un piacere rivedervi e conoscervi dal vivo (avrò dimenticato sicuramente qualche link, non me ne vogliate male). 

    [a su flickr ci sono le foto]

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  • Controllo della realtà.

    Come non essere d'accordo con Sergio Maistrello

     "Reality check. Ecco, secondo me potrebbe essere una buona via d’uscita da questa pericolosa fase della vita democratica italiana, in cui chi parte per la tangente detta le regole del gioco e si porta dietro tutti, invece di essere energicamente richiamato all’ordine. Viviamo una realtà spesso costruita su certezze di terza o quarta mano, abbiamo bisogno di ingenti verifiche di corrispondenza con la realtà. Non saltuarie, ma costanti e distribuite. A cui ciascuno di noi è chiamato contribuire secondo le proprie competenze. Oggi abbiamo la voce pubblica per farlo, abbiamo il canale per mettere a disposizione quanto sappiamo. E penso che il prossimo ciclo politico sarà gestito dalla prima coalizione di volonterosi in grado di raccogliere competenze ed esercitarle in modo rigoroso per allontanarsi dall’attuale arena di eccessi e menzogne."

             via Se tornassimo ai fatti » Sergio Maistrello.

    Come in un mondo orwelliano siamo circondati da notizie che non lo sono, verità costruite a puntino, leggende metropolitane che si propagano alla velocità della luce, in un calderone di informazioni in cui sempre di più l'essenziale è il filtro che vi si applica.
    Se prima era molto difficile confutare le verità distribuite dai media, che quindi diventavano assolute, quante volte si è confutata una tesi con un "l'hanno detto in televisione" "è scritto sul giornale". Queste affermazioni non si possono più considerare vere o non si dovrebbero, la frase del politico di turno nel tg, le cifre dette a caso neei talk show, le dichiarazioni su giornali, non possono più essere prese per vere, perchè spesso non lo sono, ed oggi si può dimostrare e si può far sapere.
    Ha ragione Antonio Sofi quando scrive che siamo al controllo della surrealtà, in cui c'è la gara ha dichiarare la prima cosa improbabile che passa per la mente, per vedere chi la dice più grossa, però in questo momento in cui le opposizioni, tutte, quelle parlamentari e quelle extraparlamentari, latitano o si prestano allo stesso gioco del surreale, può venire dalle persone normali questo controllo, sarà difficile, ma di battaglie da combattare ce ne sono tante e tante ce ne saranno in futuro.

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  • New Work

    Tanti sono i nuovi lavori legati più o meno alla rete, le nuove forme di lavoro impongono nuovi problemi e nuove sfide.
    Il problema della tutela dei diritti dei lavoratori "diversamente dipendenti" (tutte quelle forme di precariato, più o meno legali, contratti a progetto, finte partite iva, lavoratori autonomi per obbligo e non per scelta), l'organizzazione in forme mutualistiche e "sindacali", il ruolo che la rete può avere nel creare sinergie positive tra professionisti e nel coinvolgere aziende.

     

    C'è chi con la rete ci lavora, c'è chi vorrebbe lavorarci, di questo e di altro si parlerà a Parma il 21 marzo per il ParmaWorkCamp che la Fran ha con sforzi sovraumani organizzato. 
    Si discute di questi temi anche nella stanza lavoratori del web su friendfeed, molto interessante anche workingpot progetto nascente che vuole essere contenitore e luogo di discussione, dove provare a mettere in connessione le esperienze, i problemi e le possibili soluzioni. 

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