Tag: futuro

  • Genova per noi

    Genova, 19 luglio 2001

    Genova per noi è “voi G8, noi 6miliardi”, è un sogno infranto con la violenza e una generazione che porta ancora i segni. Genova era la speranza, potremmo dire che “avevamo ragione”, ma il tempo è passato e le ragioni di ieri non sono più quelli dell’oggi. Dalla speranza alla crisi, dalla crisi alla paura, dalla paura a cosa?

    Quella visione dell’altro mondo possibile è oggi un miraggio lontano. La politica è alla deriva e non riesce a costruire qualcosa di credibile, ci sono decisioni immense che interesseranno i prossimi decenni che vengono prese con sguardo miope. Sedici anni fa parlavamo dell’apertura delle frontiere, delle guerre preventive, di solidarietà e pace. Oggi siamo a scontrarci con l’opposto, e pure a sinistra sembra essersi persa quella prospettiva, quando si inneggia alla sovranità, alla sacra patria e alla difesa dei confini da un’invasione che non esiste.

    C’è una generazione che è nata e cresciuta dopo Genova, ragazze e ragazzi per cui Genova “è un’idea come un’altra”, che hanno visto solo il dopo e le macerie lasciate, il nulla della sinistra e dei movimenti di oggi. Ripartire dal raccontare Genova, non solo i fatti, ma le idee, potrebbe essere un buon punto di partenza per rimettere insieme i cocci. Ripartire a rimettere insieme i pezzi, senza nostalgia, senza recriminazioni, solo per trasmettere quella speranza che c’era, far capire che non dev’essere per forza tutto così buio e tetro.

     

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  • Italia sì, Italia no, Italia gnamme

    a tutti i compagni per il sì e per il no, dopo che avete votato oggi fate un respiro e mangiatevi un gelato.(Illustrazione di Liz Climo)
    a tutti i compagni per il sì e per il no: dopo che avete votato oggi fate un respiro e mangiatevi un gelato (illustrazione di Liz Climo)

    Devo essere onesto, sono molto contento di non poter votare oggi. Non voterò e non avrei votato nemmeno fossi stato in Italia, al massimo forse mi sarei concesso una scheda nulla. Mi sono sentito a disagio a seguire il dibattito degli ultimi mesi. Eppure, non sono riuscito a disinteressarmene, in fondo ci speravo che qualcuno riuscisse a convincermi e invece è stato come osservare morbosamente un lungo incidente sull’altro lato della carreggiata.

    Ho trovato interessante l’analisi di Fabrizio Barca, il suo tentativo di ricondurre le due parti a una sintesi più ragionevole, ho condiviso meno le sue conclusioni successive che l’hanno spinto a votare sì. Ho letto tutte le possibili argomentazioni e motivazioni del sì e del no, nella riforma ci sono cose che ritengo giuste (la riforma del titolo V) e e altre meno (la composizione del nuovo senato), cose di cui m’importa relativamente (l’elettività dei senatori, il taglio del loro stipendio e la riduzione del loro numero) e cose che trovo sbagliate (la cancellazione delle province e del CNEL).

    Per il resto, penso solamente che le urla, le accuse, gli strali e i distinguo da entrambe le parti siano solo deleteri. In questi mesi sono stati spesi fiumi di parole per argomentare tutto e il contrario di tutto, per accusare questo o quello delle peggiori nefandezze e delle peggiori intenzioni. A sinistra è stata alimentata una lotta intestina che fa più male che bene: le fratture all’interno di quelle che sono rimaste le maggiori organizzazioni di questo paese (CGIL, ANPI, ARCI, PD) saranno foriere di ulteriori lacerazioni e dolori. Spero che da domani, qualunque sia il risultato che uscirà stasera dalle urne, si possano superare questi scorsi mesi, ricordandosi che intanto il mondo là fuori è diventato più brutto e pauroso e che serviranno le idee e le energie di tutti noi per migliorarlo.

    Io non parteciperò al voto, se mi cercate sono a mangiarmi un gelato, dai venite anche voi a farmi compagnia dopo che avete votato.

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  • Lettera al Compagno Segretario

    Caro Compagno Segretario, 
    posso chiamarti Compagno vero, mica te la prendi? 
    Non mi conosci, sono uno di quei 485.698 elettori ed elettrici del centrosinistra che hanno votato Nichi Vendola al primo turno delle primarie. 
    L'ho fatto perché credevo fosse la persona più adatta a rappresentare nel centrosinistra in Italia quella necessità di cambiare rotta che sento necessaria alla sinistra e all'Europa. 
    Le sue idee e le sue proposte sono quelle che mi hanno fatto sognare che l'Italia potesse prendere davvero una strada diversa e migliore rispetto a quella che ha intrapreso negli ultimi anni. 
    Purtroppo il mio voto e quello di altri non è bastato per permettere a Vendola né di vincere né di arrivare al ballottaggio, ma anche se non ha vinto penso che molte delle nostre proposte possano essere importanti per il futuro; i temi sollevati nel corso di questa campagna elettorale sono stati e saranno spunti di riflessione e patrimonio di tutta la sinistra e il centrosinistra.
    Caro Compagno Segretario, io non ti ho mai votato, non ho nemmeno mai votato il Partito Democratico, non so cosa farò domenica prossima, molto dipenderà da quello che dirai e che farai in questa settimana, non ti preoccupare però che Renzi non lo voto, troppo lontana la sua visione su tutto, quindi al massimo starò a casa a guardare con distacco e poca convinzione chi vince, oppure se saprai farti carico con un po' di coraggio di provare a rappresentarmi (parlo per me, che non ho la pretesa di parlare a nome di nessun altro, anche se magari qualcuno può riconoscersi nelle mie parole), di fare tue una parte delle istanze che abbiamo portato dentro a queste primarie. 
    Il dibattito e la discussione troppo spesso si è avvitato sulla conformazione interna del Pd, lasciando fuori la realtà, quella che parla di giovani nelle piazze, fabbriche che chiudono, frane che distruggono case e paesi. 
    Il Pd oggi, per quanto io l'abbia sempre criticato, è l'unico spazio intorno al quale oggi ruota la possibilità per la sinistra politica di incidere nelle vite delle persone, ma da solo quello spazio non basta, va riempito insieme a quella sinistra polverizzata che vive in migliaia di realtà difficili. 
    Per un lungo periodo ci siamo divisi pensando di poter bastare da soli, quello è stato il motivo per cui abbiamo perso e continuiamo a perdere.  
    I prossimi anni saranno difficili per l'Italia e per l'Europa, solo con l'ottimismo della volontà (sarebbe stato bello sentir tornare a pronunciare il nome di Gramsci, come ispirazione a riprendere l'egemonia culturale, ancora salda nelle mani del berlusconismo), ritornando a sognare, possiamo affrontarli senza soccombere nel pessimismo della ragione e impantanarci nelle virgole di un realismo grigio. 
    Oggi abbiamo bisogno di speranze e solo camminando insieme possiamo pensare di costruirle. 
    Mettiamoci a lavoro, su molti punti siamo già vicini, non dovrebbe essere troppo difficile se ci impegniamo. Collaboriamo, costruiamo qualcosa di bello che ridia speranza alle persone, facciamo vedere qual è il cambiamento che vogliamo. 
    Caro Compagno Segretario, ti auguro un buon lavoro in questa tua ultima settimana di campagna elettorale per queste primarie, la mia speranza è quella di incontrarsi domenica prossima dentro il seggio, insieme a tante persone.
     
     
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  • Bivi

     
    (Topolino n.1947 – Zio Paperone e Brigitta e il tesoro a bivi, collezione personale)

     

    Avete presente le storie a bivi che si trovavano su Topolino fino alla metà degli anni '90? (poi sono scomparse, non so quando, non c'è una data precisa un po' come per le sagome dei camerieri fuori dai ristoranti (cit.) oppure negli anni 00, sono tornate? lettori di Topolino che mi dite?)

    Per chi non ce le avesse presenti, erano storie in cui ad un certo punto potevi scegliere su come farle continuare, eri tu lettore che decidevi, se andare a destra o a sinistra, in alto o in basso. Solo che poi io, come penso tutti quelli che le hanno lette, si mettevano lì e esploravano tutte le possibilità di costruzione della storia, scoprendo i diversi finali. 

    Nella vita spesso quando sei a un bivio (e ce ne sono tanti e spesso) poi non puoi tornare indietro e vedere l'altro finale, succede che scegli e vedi come va a finire, fino al bivio dopo. E niente, qua siamo arrivati a un bivio e c'è da scegliere cosa fare, dove andare, altri luoghi, altre strade, altre persone, c'è da scegliere un'altra strada, forse non aspettavo che questo momento, quello di poter scegliere nuovamente. La montagna o la pianura? Dove? Come?

    Ho del tempo per pensarci, molte settimane, qualche mese, per valutare pro e contro, ragionare con la testa, con la pancia e con il cuore, farsi prendere dalla razionalità più maniacale e dall'istintività più profonda. Intanto mi metto seduto sul bivio e mi guardo intorno.

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  • Un pezzo in meno

    Stanco, le gambe doloranti, la schiena a pezzi, con il freddo che lentamente si toglie dalle ossa dopo un pomeriggio a temperature polari, riesco finalmente a ripensare a quello a cui ho assistito oggi: l'inizio della fine. Un altro pezzo di futuro che viene cancellato, lentamente, perchè non ti tolgono tutto subito, ma un pezzettino alla volta, silenziosamente, in modo che quando te ne accorgi è già troppo tardi.
    La logica dell'emergenza, il fare perchè va fatto, perchè non si può fare altrimenti, perchè noi siamo responsabili e non ci sono altri modi.
    Questo qua è uno sfogo, nient altro che uno sfogo, quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, questo mi rincuora, anche se non mi basta, perchè si, mi tiene un po' la coscienza pulita, il poter dire ho fatto il possibile. 

    Ecco, il sottotitolo a questo post può essere "La gente come noi non molla mai", perchè questa è l'unica cosa che non ci possiamo permettere, crederci sempre arrendersi mai. 

    la citazione trash mi era inevitabile

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  • Musica maestro…

    Leggevo oggi nel blog di Claudio Ferrante su Nòva100 un post con un po' di considerazioni e qualche ottimo spunto per una discussione al riguardo di quella che è lo stato attuale dell'industria musicale.

    Sono un musicofilo accantio, ascolto musica di continuo e sempre diversa, però purtroppo non mi posso permettere di comprare tutti i cd che vorrei, e quindi, me li scarico, me li ascolto e poi forse me li compro, se decido che merita l'acquisto.
    Penso che oggi questa catena di fruizione della musica sia usata, cioè valutare il prodotto e poi nel caso premiare chi lo ha fatto, mi sembra una cosa logica. Sono pochi i gruppi di cui a scatola chiusa mi compro il cd, perchè nel bene o nel male si è creato un rapporto di fiducia, nato dall'ascolto, dal riascolto, dai live e poi quindi dalla fiducia che ho nei confronti di chi presumo che faccia un buon prodotto.
    Un disco, per quel che mi riguarda, non si può valutare da un singolo, nemmeno da due, merita l'ascolto e il riascolto più volte, per sentire le sensazioni e le emozioni che provoca.
    E' un evoluzione che l'industria musicale e sopratutto chi distribuisce la musica deve capire. 

    Io non considero scaricare un cd come rubare, lo considero un diritto: il diritto di poter accedere alla cultura da parte di chiunque, anche di chi non se lo può permettere economicamente.
    Lo devono capire anche le major, e quindi trovare mezzi diversi, ormai è sempre più facile per un artista distribuirsi le proprie produzioni, anche con pratiche innovative e che funzionano, si vedano come esempio i cd brulè e tutti i servizi della comunità online degli Elio e le Storie Tese.  

    Insomma è riduttivo pensare che chi scarica ruba e quindi vada punito, è riduttivo e sciocco da parte delle case discografiche tentare di mantenere uno status quo, che non può più reggere anche grazie alle innovazioni portate dalla rete.
    Si dovranno sempre più dar da fare per cercare nuove strade, che vadano incontro anche a chi usufruisce della musica. 

    (e non ho nemmeno parlato di riforma del copyright e del diritto d'autore, che meriterebbe un blog intero a parte… su cui magri potrei scrivere qualcosa più in qua…) 

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