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  • Italia sì, Italia no, Italia gnamme

    a tutti i compagni per il sì e per il no, dopo che avete votato oggi fate un respiro e mangiatevi un gelato.(Illustrazione di Liz Climo)
    a tutti i compagni per il sì e per il no: dopo che avete votato oggi fate un respiro e mangiatevi un gelato (illustrazione di Liz Climo)

    Devo essere onesto, sono molto contento di non poter votare oggi. Non voterò e non avrei votato nemmeno fossi stato in Italia, al massimo forse mi sarei concesso una scheda nulla. Mi sono sentito a disagio a seguire il dibattito degli ultimi mesi. Eppure, non sono riuscito a disinteressarmene, in fondo ci speravo che qualcuno riuscisse a convincermi e invece è stato come osservare morbosamente un lungo incidente sull’altro lato della carreggiata.

    Ho trovato interessante l’analisi di Fabrizio Barca, il suo tentativo di ricondurre le due parti a una sintesi più ragionevole, ho condiviso meno le sue conclusioni successive che l’hanno spinto a votare sì. Ho letto tutte le possibili argomentazioni e motivazioni del sì e del no, nella riforma ci sono cose che ritengo giuste (la riforma del titolo V) e e altre meno (la composizione del nuovo senato), cose di cui m’importa relativamente (l’elettività dei senatori, il taglio del loro stipendio e la riduzione del loro numero) e cose che trovo sbagliate (la cancellazione delle province e del CNEL).

    Per il resto, penso solamente che le urla, le accuse, gli strali e i distinguo da entrambe le parti siano solo deleteri. In questi mesi sono stati spesi fiumi di parole per argomentare tutto e il contrario di tutto, per accusare questo o quello delle peggiori nefandezze e delle peggiori intenzioni. A sinistra è stata alimentata una lotta intestina che fa più male che bene: le fratture all’interno di quelle che sono rimaste le maggiori organizzazioni di questo paese (CGIL, ANPI, ARCI, PD) saranno foriere di ulteriori lacerazioni e dolori. Spero che da domani, qualunque sia il risultato che uscirà stasera dalle urne, si possano superare questi scorsi mesi, ricordandosi che intanto il mondo là fuori è diventato più brutto e pauroso e che serviranno le idee e le energie di tutti noi per migliorarlo.

    Io non parteciperò al voto, se mi cercate sono a mangiarmi un gelato, dai venite anche voi a farmi compagnia dopo che avete votato.

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  • Lettera al Compagno Segretario

    Caro Compagno Segretario, 
    posso chiamarti Compagno vero, mica te la prendi? 
    Non mi conosci, sono uno di quei 485.698 elettori ed elettrici del centrosinistra che hanno votato Nichi Vendola al primo turno delle primarie. 
    L'ho fatto perché credevo fosse la persona più adatta a rappresentare nel centrosinistra in Italia quella necessità di cambiare rotta che sento necessaria alla sinistra e all'Europa. 
    Le sue idee e le sue proposte sono quelle che mi hanno fatto sognare che l'Italia potesse prendere davvero una strada diversa e migliore rispetto a quella che ha intrapreso negli ultimi anni. 
    Purtroppo il mio voto e quello di altri non è bastato per permettere a Vendola né di vincere né di arrivare al ballottaggio, ma anche se non ha vinto penso che molte delle nostre proposte possano essere importanti per il futuro; i temi sollevati nel corso di questa campagna elettorale sono stati e saranno spunti di riflessione e patrimonio di tutta la sinistra e il centrosinistra.
    Caro Compagno Segretario, io non ti ho mai votato, non ho nemmeno mai votato il Partito Democratico, non so cosa farò domenica prossima, molto dipenderà da quello che dirai e che farai in questa settimana, non ti preoccupare però che Renzi non lo voto, troppo lontana la sua visione su tutto, quindi al massimo starò a casa a guardare con distacco e poca convinzione chi vince, oppure se saprai farti carico con un po' di coraggio di provare a rappresentarmi (parlo per me, che non ho la pretesa di parlare a nome di nessun altro, anche se magari qualcuno può riconoscersi nelle mie parole), di fare tue una parte delle istanze che abbiamo portato dentro a queste primarie. 
    Il dibattito e la discussione troppo spesso si è avvitato sulla conformazione interna del Pd, lasciando fuori la realtà, quella che parla di giovani nelle piazze, fabbriche che chiudono, frane che distruggono case e paesi. 
    Il Pd oggi, per quanto io l'abbia sempre criticato, è l'unico spazio intorno al quale oggi ruota la possibilità per la sinistra politica di incidere nelle vite delle persone, ma da solo quello spazio non basta, va riempito insieme a quella sinistra polverizzata che vive in migliaia di realtà difficili. 
    Per un lungo periodo ci siamo divisi pensando di poter bastare da soli, quello è stato il motivo per cui abbiamo perso e continuiamo a perdere.  
    I prossimi anni saranno difficili per l'Italia e per l'Europa, solo con l'ottimismo della volontà (sarebbe stato bello sentir tornare a pronunciare il nome di Gramsci, come ispirazione a riprendere l'egemonia culturale, ancora salda nelle mani del berlusconismo), ritornando a sognare, possiamo affrontarli senza soccombere nel pessimismo della ragione e impantanarci nelle virgole di un realismo grigio. 
    Oggi abbiamo bisogno di speranze e solo camminando insieme possiamo pensare di costruirle. 
    Mettiamoci a lavoro, su molti punti siamo già vicini, non dovrebbe essere troppo difficile se ci impegniamo. Collaboriamo, costruiamo qualcosa di bello che ridia speranza alle persone, facciamo vedere qual è il cambiamento che vogliamo. 
    Caro Compagno Segretario, ti auguro un buon lavoro in questa tua ultima settimana di campagna elettorale per queste primarie, la mia speranza è quella di incontrarsi domenica prossima dentro il seggio, insieme a tante persone.
     
     
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  • Perché l’articolo 18 è un non problema.

    Sono mesi ormai, anzi anni, che continuano a dirci che l’articolo 18 è il vero freno alla competitività di questo paese, la palla al piede dell’occupazione che senza schizzerebbe in alto come neanche durante il boom economico, tutto per l’articolo 18. Dice c’è quel problema lì, quello della precarietà, delle 46 forme di contratto diverse, come lo risolviamo? Aboliamo l’articolo 18. Dobbiamo aumentare gli investimenti? Aboliamo l’articolo 18. Oggi nessuno dice aboliamo però, si dice superare, siamo moderni, mica vorremmo sembrare quelli che tolgono diritti e libertà, no?

    Ora, andate a leggervi l’art.18 (visto ci siete date una lettura pure a tutto lo Statuto dei Lavoratori che male non fa), come vedete si trova nel Titolo II che ha come titolo “Della libertà sindacale” e già il fatto che sia stato inserito qua dal legislatore può far capire a cosa serva.
    Quando l’avete letto continuate con la lettura.
    (altro…)

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  • “The smiles returning to the faces”

    Volevo solo dire che il mio sorriso è ormai fisso da più di 24 ore, che mi auguro che sia solo l'inizio, che tra meno di due settimane ci sono da mettere 4 sì ai referendum per fare un altro passo, che ci sono parole che non vedevo l'ora di sentire, che io questo sorriso mica ho voglia di togliermelo.

    C'è chi poi riesce a spiegarla molto meglio.


    (foto di m0rula)

    (l'analisi del voto poi la facciamo un altro giorno, per il momento godiamocela tutti)

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  • La 3+1 giorni del sudore (parte 1)

    I 3+1 giorni sono quelli passati da me in giro per concerti, prima a Livorno per l'Italia Wave e poi a Roma per Bruce Springsteen.

    Quando uno pensa a Livorno le prime cose che gli vengono in mente sono: mare, porto, cacciucco, Partito Comunista, Cristiano Lucarelli (non necessariamente in questo ordine).
    Uno pensa che la giornata non può che andare bene quando esci di casa e ti ricordi di aver lasciato il biglietto per il concerto di domenica dentro, proprio pochi secondi prima di partire.
    In cielo splende il sole, in macchina c'è caldo e mi sventaglio con una copia di Lotta Comunista acquistata da Antonio perchè preso di sorpresa al risveglio.
    Grandi interrogativi vengono risolti lungo il viaggio, come lo scoprire che la Sammontana prende il nome da un'omonima frazione del comune di Montelupo (risposta deduttiva la nostra, confermata da wikipedia).
    La viabilità livornese è caotica, ma arriviamo indenni.

    Giovedì 16 – Italians do it better

    Serata gratuita, tanta gente, allo stadio per il Main Stage, grande concerto di Caparezza, ottimi i Beautiful (Marlene Kuntz + Maroccolo + Howie B) che si presentavano per la prima volta in pubblico, concludono gli Afterhours.
    Nel pomeriggio alla Rotonda d'Ardenza prima apparizione di Enrico Gabrielli sul palco, ne seguiranno un numero imprecisato, c'è chi dice che sia stato avvistato a suonare pure sul lungomare di Livorno.
    La giornata era dedicata al quarantennale di Woodstock, per parlarne era stato chiamato Uolter Veltroni, intervistato da Chicco Mentana, due esperti del settore (scopriremo poi che Uolter ha dato forfait per "lieve malore" e quindi il tutto è stato tramutato in una presentazione del libro di Mentana).

    Venerdì 17 – Effetto Placebo 

    Sorvolo sulle difficoltà riscontrate a ritornare a Pisa a dormire alle 4 del mattino, difficoltà dovute alla non troppo compresa viabilità delle due città.
    Nel pomeriggio sullo Psycho Stage: Samuel Katarro, Dente e Beatrice Antolini i nomi principali, ma per me la vera sorpresa sono stati i sardi White Sunset con dell'ottimo prog e delle camicie improbabili (che comunque in me hanno trovato un estimatore).
    Sul Main Stage la sera arrivo poco prima dell'inizio dei Placebo, per nulla convincenti, talmente poco che a metà è il caso di lasciare lo stadio per l'ElettroWave, dove i 2manydjs hanno fatto un set da paura. 

    Sabato 18 – Elettro Saturday

    Solo nel poleriggio Enrico Gabrielli sale sul palco 3 volte consecutivamente: Calibro35, guest per i Julie's Haircut e Mariposa. Una parola va spesa per il bellissimo Ale Fiori e il suo look estivo, fenomenale (e bravi agli stilisti).
    Ma la testa era già alla sera, non avrei mai pensato di poter vedere un concerto dei Kraftwerk e le attese non sono state per nulla disattese, quasi due ore di concerto, spettacolo puro, scaletta da favola e pubblico rapito (a parte quei 4 stronzi che erano dietro di me). Grande delusione invece per Aphex Twin, set veramente scadente, buono per un rave di pessima qualità. Bella sperimentazione degli Offlaga insieme al trio d'archi Ginko Narayana. 

    Grazie a Francesca, Francesca e Francesco per avermi ospitato a Pisa. Tre giorni veramente belli, conditi da ottimo cibo spazzatura e birra a prezzi da ladrocinio: 5€ per una Nastro Azzurro sono un po' troppi.

    to be continue…

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  • Tanti tituli

     
    1 come il risultato a fine anno, per la terza volta consecutiva (fossimo oltre oceano parleremmo di three-peat). 1 come la sconfitta in Italia su 44 partite tra Supercoppa, Coppa Italia, regular season e playoff.

    Un mini-slam tutto italiano a cui manca il pezzo grosso: l'Euroleague vinta meritatamente dal Panathinaikos.
    E' stato detto tutto su questa squadra: quanto sia forte, compatta, gruppo eccezionale, professionisti, perfezionisti, non c'è nient'altro da aggiungere.


    Milano
    non poteva niente, era una storia già scritta, un finale scontato e pure noioso per chi vede da fuori, ma è giusto che sia andata così, ce la siamo meritati questa vittoria.

    Sarei poco onesto se non dicessi che sto già pensando alla prossima stagione, con due speranze: quella di vedere un campionato più equilibrato e aperto, e quella di avere la presunzione di voler lottare per l'euroleague.

    Adesso però si preparino i festeggiamenti che c'è la Mens Sana da festeggiare!

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  • Festa d’aprile

     
    [youtube _XkqwEIt8yg Festa d'aprile]
     
    [youtube kQPJfrBuEUw Fischia il vento]
     
    Titolo già usato, ma forse è bene continuare ad usarlo e continuare a parlarne. Per quanto mi riguarda sarò sempre grato a quelle donne e a quegli uomini che lasciarono tutto a rischio della vita per liberare l'Italia dai fascisti. 
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  • [Buzzer Time]Maledizione.

    Questo è il primo post di una nuova sezione di questo blog, si chiama Buzzer Time saranno post a tema, in cui proverò sviscerare la mia passione per la palla a spicchi, che verranno riprodotti anche sull'omonimo blog creato insieme al compare Alenoir. La palla a due sta per essere alzata!

    Le mani che tremano, i muscoli contratti, la paura di cadere di nuovo, i volti tesi, questo è quello che si leggeva nelle facce dei giocatori della Mens Sana ieri.
    Era il 23 febbraio 2002 quando la Mens Sana vedeva svanire il sogno di vincere il primo trofeo della sua storia (che sarebbe arrivato solo qualche mese dopo con la vittoria della Coppa Saporta) affondata in finale di Coppa Italia dopo un tempo supplementare da un Manu Ginobili da 28 punti e 32 di valutazione e nonostante un Roberto Chiacig monumentale da 35 punti e 52 di valutazione.
    Siena che iniziava allora il cammino verso il primo scudetto e la raffica di vittorie di questi ultimi due anni, non è più riuscita ad avvicinarsi alla finale, sconfitta sempre nei quarti o in semifinale in maniera netta, con prestazioni sempre poco convincenti.

    Anche quest'anno ecco ai quarti la solita Cantù, nemica di mille battaglie e che in Coppa Italia tante delusioni ha dato ai tifosi biancoverdi. La partita non è delle migliori, si vede la tensione della vittoria, la responsabilità di un trofeo da portare a casa, dopo tante sconfitte partendo da favoriti. L'attacco è imballato, ma la difesa è sempre quella, intensità e grinta, che si traducono a fine partita in 18 palle recuperate, il solito Kaukenas che entra dalla panca a sostituire un abulico Domercant e ne fa 17 in 23 minuti. 
    Cantù prova a rimanere attaccata alla partita, ci riesce fino a 5' dalla fine, quando la partita va saldamente nelle mani senesi che accedono alla semifinale, contro una Benetton uscita vittoriosa dopo un OT  contro una Premiata che aveva tenuto la partita in mano per 3 quarti.

    Stasera di nuovo in campo per sfatare la maledizione, per riuscire a tornare a giocarsi la Coppa in Finale dopo 7 anni, nel 2007 la semifinale con la Benetton era finita con una vittoria trevigiana con una tripla allo scadere di partita (si proprio sul buzzer che da il nome a questo blog) di quel Soragna che ieri ha suonato la carica per la vittoria.
    Sarà una partita tutta da vedere, sperando di sconfiggere una maledizione. 

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  • All’attacco leoni…

    Ricordi di primi pomeriggi a cavallo degli anni '90, tra robottoni, pescatori, angeli e diavoli, a zappare tra Rete37, TeleMaremma e svariate tv locali alla ricerca del cartone più bello aspettando di uscire con gli amichetti, prima della merenda, con quei kinder cereali che quando mia nonna li comprava era festa e non hanno mai più avuto quel sapore.

    Un mesetto fa mi sono imbattuto su Privalia alla vendita di una serie speciale di scarpe Reebok dedicate a Voltron, in preda a tutto ciò non ho saputo resistere ed un paio me le sono portate a casa, con precisione il modello dedicato al leone giallo.

    httpv://www.youtube.com/watch?v=ZeEbXV7Oymk

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