Tag: politica
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Lettera al Compagno Segretario
Caro Compagno Segretario,posso chiamarti Compagno vero, mica te la prendi?Non mi conosci, sono uno di quei 485.698 elettori ed elettrici del centrosinistra che hanno votato Nichi Vendola al primo turno delle primarie.L'ho fatto perché credevo fosse la persona più adatta a rappresentare nel centrosinistra in Italia quella necessità di cambiare rotta che sento necessaria alla sinistra e all'Europa.Le sue idee e le sue proposte sono quelle che mi hanno fatto sognare che l'Italia potesse prendere davvero una strada diversa e migliore rispetto a quella che ha intrapreso negli ultimi anni.Purtroppo il mio voto e quello di altri non è bastato per permettere a Vendola né di vincere né di arrivare al ballottaggio, ma anche se non ha vinto penso che molte delle nostre proposte possano essere importanti per il futuro; i temi sollevati nel corso di questa campagna elettorale sono stati e saranno spunti di riflessione e patrimonio di tutta la sinistra e il centrosinistra.Caro Compagno Segretario, io non ti ho mai votato, non ho nemmeno mai votato il Partito Democratico, non so cosa farò domenica prossima, molto dipenderà da quello che dirai e che farai in questa settimana, non ti preoccupare però che Renzi non lo voto, troppo lontana la sua visione su tutto, quindi al massimo starò a casa a guardare con distacco e poca convinzione chi vince, oppure se saprai farti carico con un po' di coraggio di provare a rappresentarmi (parlo per me, che non ho la pretesa di parlare a nome di nessun altro, anche se magari qualcuno può riconoscersi nelle mie parole), di fare tue una parte delle istanze che abbiamo portato dentro a queste primarie.Il dibattito e la discussione troppo spesso si è avvitato sulla conformazione interna del Pd, lasciando fuori la realtà, quella che parla di giovani nelle piazze, fabbriche che chiudono, frane che distruggono case e paesi.Il Pd oggi, per quanto io l'abbia sempre criticato, è l'unico spazio intorno al quale oggi ruota la possibilità per la sinistra politica di incidere nelle vite delle persone, ma da solo quello spazio non basta, va riempito insieme a quella sinistra polverizzata che vive in migliaia di realtà difficili.Per un lungo periodo ci siamo divisi pensando di poter bastare da soli, quello è stato il motivo per cui abbiamo perso e continuiamo a perdere.I prossimi anni saranno difficili per l'Italia e per l'Europa, solo con l'ottimismo della volontà (sarebbe stato bello sentir tornare a pronunciare il nome di Gramsci, come ispirazione a riprendere l'egemonia culturale, ancora salda nelle mani del berlusconismo), ritornando a sognare, possiamo affrontarli senza soccombere nel pessimismo della ragione e impantanarci nelle virgole di un realismo grigio.Oggi abbiamo bisogno di speranze e solo camminando insieme possiamo pensare di costruirle.Mettiamoci a lavoro, su molti punti siamo già vicini, non dovrebbe essere troppo difficile se ci impegniamo. Collaboriamo, costruiamo qualcosa di bello che ridia speranza alle persone, facciamo vedere qual è il cambiamento che vogliamo.Caro Compagno Segretario, ti auguro un buon lavoro in questa tua ultima settimana di campagna elettorale per queste primarie, la mia speranza è quella di incontrarsi domenica prossima dentro il seggio, insieme a tante persone. -
Perché l’articolo 18 è un non problema.
Sono mesi ormai, anzi anni, che continuano a dirci che l’articolo 18 è il vero freno alla competitività di questo paese, la palla al piede dell’occupazione che senza schizzerebbe in alto come neanche durante il boom economico, tutto per l’articolo 18. Dice c’è quel problema lì, quello della precarietà, delle 46 forme di contratto diverse, come lo risolviamo? Aboliamo l’articolo 18. Dobbiamo aumentare gli investimenti? Aboliamo l’articolo 18. Oggi nessuno dice aboliamo però, si dice superare, siamo moderni, mica vorremmo sembrare quelli che tolgono diritti e libertà, no?
Ora, andate a leggervi l’art.18 (visto ci siete date una lettura pure a tutto lo Statuto dei Lavoratori che male non fa), come vedete si trova nel Titolo II che ha come titolo “Della libertà sindacale” e già il fatto che sia stato inserito qua dal legislatore può far capire a cosa serva.
Quando l’avete letto continuate con la lettura.
(altro…) -
“The smiles returning to the faces”
Volevo solo dire che il mio sorriso è ormai fisso da più di 24 ore, che mi auguro che sia solo l'inizio, che tra meno di due settimane ci sono da mettere 4 sì ai referendum per fare un altro passo, che ci sono parole che non vedevo l'ora di sentire, che io questo sorriso mica ho voglia di togliermelo.
C'è chi poi riesce a spiegarla molto meglio.
(foto di m0rula)(l'analisi del voto poi la facciamo un altro giorno, per il momento godiamocela tutti)
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Wikiplomacy
In tutta questa faccenda di Wikileaks a me più che i contenuti dei documenti (spulciandoli alcuni dei quali anche molto interessanti tipo questa analisi del Degastan che passa dal racconto del matrimonio del figlio di un boss locale), di cui tutti oggi stanno scrivendo, ha colpito il metodo.
Come fa notare Gianni Silei è da quando i Bolscevichi pubblicarono gli accordi segreti tra le potenze della prima guerra mondiale che non succedeva qualcosa del genere e prima era avvenuto qualcosa di simile con la pubblicazione dei dispacci degli ambasciatori della Serenissima.
Rimane quindi ancora valida l'idea wilsoniana di una diplomazia non più segreta, ma discussa e condivisa, attraverso una lega delle nazioni?
Magari da tutto questo oltre l'informazione pure la diplomazia ne uscirà cambiata. -
No alla vendita dei beni confiscati
A pochi chilometri da casa mia, nelle splendide colline senesi, si trova una splendida fattoria, Suvignano. Quasi 700 ettari di terreno, 13 coloniche, una casa padronale, migliaia di capi di bestiame, colture pregiate, agriturismo, piscine, un posto da favola.
Si tratta della più grande confisca alla mafia di tutto il centro – nord Italia, sequestrata dal 1996 è stata confiscata definitivamente nel 2007, da allora tutti i tentativi delle istituzioni locali per entrare in possesso della fattoria sono stati vani per il momento e l'emendamento in finanziaria che permette la vendita all'asta dei beni confiscati che non riescono ad essere destinati entro tre mesi, senza nessun tipo di vincolo di utilizzo, rischia di veder tornare in mano alla malavita Suvignano e tanti altri beni.
Libera, insieme a tante altre associazioni, sindacati, partiti ha lanciato una petizione e una mobilitazione per chiedere il ritiro di questo emandamento.
Vi invito a firmare, a partecipare, ad informarvi, perchè quei beni devono diventare davvero "cosa nostra". -
Controllo della realtà.
Come non essere d'accordo con Sergio Maistrello?
"Reality check. Ecco, secondo me potrebbe essere una buona via d’uscita da questa pericolosa fase della vita democratica italiana, in cui chi parte per la tangente detta le regole del gioco e si porta dietro tutti, invece di essere energicamente richiamato all’ordine. Viviamo una realtà spesso costruita su certezze di terza o quarta mano, abbiamo bisogno di ingenti verifiche di corrispondenza con la realtà. Non saltuarie, ma costanti e distribuite. A cui ciascuno di noi è chiamato contribuire secondo le proprie competenze. Oggi abbiamo la voce pubblica per farlo, abbiamo il canale per mettere a disposizione quanto sappiamo. E penso che il prossimo ciclo politico sarà gestito dalla prima coalizione di volonterosi in grado di raccogliere competenze ed esercitarle in modo rigoroso per allontanarsi dall’attuale arena di eccessi e menzogne."
Come in un mondo orwelliano siamo circondati da notizie che non lo sono, verità costruite a puntino, leggende metropolitane che si propagano alla velocità della luce, in un calderone di informazioni in cui sempre di più l'essenziale è il filtro che vi si applica.
Se prima era molto difficile confutare le verità distribuite dai media, che quindi diventavano assolute, quante volte si è confutata una tesi con un "l'hanno detto in televisione" "è scritto sul giornale". Queste affermazioni non si possono più considerare vere o non si dovrebbero, la frase del politico di turno nel tg, le cifre dette a caso neei talk show, le dichiarazioni su giornali, non possono più essere prese per vere, perchè spesso non lo sono, ed oggi si può dimostrare e si può far sapere.
Ha ragione Antonio Sofi quando scrive che siamo al controllo della surrealtà, in cui c'è la gara ha dichiarare la prima cosa improbabile che passa per la mente, per vedere chi la dice più grossa, però in questo momento in cui le opposizioni, tutte, quelle parlamentari e quelle extraparlamentari, latitano o si prestano allo stesso gioco del surreale, può venire dalle persone normali questo controllo, sarà difficile, ma di battaglie da combattare ce ne sono tante e tante ce ne saranno in futuro. -
Pensieri scelti per l’anno nuovo.
Ancora non mi sento di fare una previsione sull'anno appena iniziato, troppo presto, troppo discostanti le mie sensazioni. So che sarà un anno fatto di scelte, anche difficili.
Scelte su cosa fare, sulla strada che voglio provare a prendere.
Non sono un tipo che ama scegliere, per qualsiasi cosa devo pensare, soppesare, rimandare, poi la scelta però spesso arriva d'istinto, segue quella sensazione che ho a pelle, che magari va contro alla mia elaborazione logica, che la smonta d'impeto.
Altre volte invece la scelta arriva dal cervello, dal frenare quell'istinto, dal contare fino 100, 1000, 10000, dal fare un respiro e andare oltre.
Scegliere non è mai stato il mio forte, non ho mai amato le svolte brusche, le curve secche, però o come la sensazione che il 2009 sarà davvero l'anno delle scelte.