Tag: sinistra

  • Il nulla che inghiotte la sinistra

    Atreyu: Che cos’è questo NULLA?
    Gmork: È il vuoto che ci circonda. È la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo.
    Atreyu: Ma perché!?
    Gmork: Perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere.

    La sinistra sta facendo la fine di Fantàsia, inghiottita dal nulla che ha aiutato a creare e prosperare negli ultimi 30 anni

    Leggendo la cronaca locale e nazionale una delle nuove “emergenze” lanciate in pompa magna dai mezzi d’informazione nell’ultimo periodo è quella delle aggressioni ad autisti e controllori, e a passeggeri di mezzi pubblici. Ovviamente c’è sempre un gran porre l’accento sulla nazionalità, anzi sullo status, dell’aggressore. Come se fosse un’aggravante, e quindi si leggono comunicati di sindacati (leggevo oggi su l’Adige, ma per quanto può valere ce ne sono di simili su molti giornali locali) che chiedono maggiore sicurezza a bordo perché “ci sono troppi stranieri”, addirittura propongono “vigilantes” a bordo, mentre un po’ più lontano da Trento, i camerati di Forza Nuova lanciano le ronde sugli autobus a Siena.

    In tutto questo la sinistra (tutta, da quella moderata a quella supposta dura e pura) è muta, incapace anche solo di analizzare i problemi delle città. L’unica cosa che riesce a fare è utilizzare delle lenti prese in prestito dalla destra. La risposta è il DASPO urbano (questa cosa meravigliosa per cui possono cacciarti temporaneamente da un territorio comunale se non ti comporti a dovere, se sei indesiderato o un poveraccio), la risposta è la stretta securitaria, i maggiori controlli e le ghettizzazioni. La risposta diviene il decreto Minniti e il controllo sulle ONG, si torna a parlare di respingimenti, si continua a considerare il fenomeno migratorio come un’emergenza permanente.

    L’incapacità delle organizzazioni della sinistra (partiti, sindacati, associazioni) di riuscire ad elaborare un pensiero alternativo alla destra è spiazzante, siamo passati da “un altro mondo è possibile”, dal chiedere un mondo senza confini, all’aiutiamoli a casa loro, ai rigurgiti di nazionalismo e “sovranismo”. E tra la brutta copia e l’originale ovviamente è sempre preferibile l’originale.

    Se la sinistra smette di fare la sinistra, di usare le categorie che le sono proprie (come il conflitto e la lotta di classe) (e sì, socialismo è una bella parola), se per paura di essere considerati antichi e poco “cool” ecco che il nulla avanza e inghiotte tutto.

    Come ci insegna l’Imperatrice, Fantàsia può risorgere sui sogni e i desideri di Sebastian come di ogni altra persona, più né abbiamo più sarà bella, ecco, così pure la sinistra può riemergere dal nulla grazie ai desideri e ai sogni, le speranze di costruire un mondo migliore. Altrimenti senza sogni e desideri rimane solo il nulla.

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  • Genova per noi

    Genova, 19 luglio 2001

    Genova per noi è “voi G8, noi 6miliardi”, è un sogno infranto con la violenza e una generazione che porta ancora i segni. Genova era la speranza, potremmo dire che “avevamo ragione”, ma il tempo è passato e le ragioni di ieri non sono più quelli dell’oggi. Dalla speranza alla crisi, dalla crisi alla paura, dalla paura a cosa?

    Quella visione dell’altro mondo possibile è oggi un miraggio lontano. La politica è alla deriva e non riesce a costruire qualcosa di credibile, ci sono decisioni immense che interesseranno i prossimi decenni che vengono prese con sguardo miope. Sedici anni fa parlavamo dell’apertura delle frontiere, delle guerre preventive, di solidarietà e pace. Oggi siamo a scontrarci con l’opposto, e pure a sinistra sembra essersi persa quella prospettiva, quando si inneggia alla sovranità, alla sacra patria e alla difesa dei confini da un’invasione che non esiste.

    C’è una generazione che è nata e cresciuta dopo Genova, ragazze e ragazzi per cui Genova “è un’idea come un’altra”, che hanno visto solo il dopo e le macerie lasciate, il nulla della sinistra e dei movimenti di oggi. Ripartire dal raccontare Genova, non solo i fatti, ma le idee, potrebbe essere un buon punto di partenza per rimettere insieme i cocci. Ripartire a rimettere insieme i pezzi, senza nostalgia, senza recriminazioni, solo per trasmettere quella speranza che c’era, far capire che non dev’essere per forza tutto così buio e tetro.

     

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  • A metà tessera elettorale, un bilancio.

    scheda

    Ieri ho preso in mano la mia tessera elettorale, ero in coda alla biglietteria della stazione di Trento e dovevo fare il biglietto per tornare a casa a votare. L’ho aperta e ho visto che è piena per metà, eppure sono pochi anni che voto, neanche 10. Mentre stavo aspettando ho guardato quei timbri sbiaditi e le date, a parte un paio di casi non riuscivo ad associare date e votazioni. Francesco qualche giorno fa ha fatto una lista, ho voglia di fare lo stesso giochino e una specie bilancio arrivato a metà tessera.

    Armato di Google sono andato a cercare e ricostruire la mia (breve) storia elettorale:

    3 Aprile 2005 – Elezioni Regionali

    Elezioni Regionali in Toscana. Voto per il centrosinistra con candidato Claudio Martini presidente e voto di lista ai Verdi. Martini vince e i Verdi eleggono 2 consiglieri. Oggi voterei altro.

    12 Giugno 2005 – Referendum 

    Si votano i 4 referendum sulla procreazione assistita. Voto 4 SI, ma il quorum è lontano. Oggi voterei uguale.

    9 Aprile 2006 – Elezioni Politiche

    Elezioni politiche, quelle dell’Unione di Prodi. Voto solo alla Camera per la lista di Rifondazione Comunista che elegge una quarantina di deputati. Oggi voterei uguale.

    25 Giugno 2006 – Referendum

    Referendum sulla riforma costituzionale fatta dal centrodestra. Voto NO, che vince superando il quorum pure se non necessario. Oggi voterei uguale.

    13 Aprile 2008 – Elezioni Politiche

    Cade il Governo Prodi e si torna a votare. Voto la Sinistra Arcobaleno, che con il 3% rimane fuori dal parlamento. La mia più grande sconfitta elettorale fino a oggi. Oggi voterei uguale.

    6 Giugno 2009 – Elezioni Europee. Provinciali e Comunali

    Alle europee voto Sinistra e Libertà, con preferenza a Nichi Vendola, Umberto Guidoni e Giuliana Sgrena, non viene superato lo sbarramento e non viene eletto nessuno. Alle elezioni per la provincia di Siena ho invece votato il candidato del centrosinistra Simone Bezzini, con voto alla lista Sinistra per la Provincia di Siena che elegge un consigliere, mentre alle elezioni comunali ho votato per la lista unica del centrosinistra a Monteroni d’Arbia con preferenza per Jacopo Altomira candidato di Sinistra e Libertà che viene eletto. Oggi voterei uguale.

    22 Giugno 2009 – Referendum

    Ci sono i referendum elettorali di Guzzetta&Co. Indeciso se votare o meno, vado e voto NO. Il quorum anche in questo caso è lontano e non passano. Oggi voterei uguale.

    28 Marzo 2010 – Elezioni Regionali

    Elezioni regionali in Toscana. Voto Enrico Rossi presidente e la lista di Sinistra Ecologia e Libertà, che però non elegge nessuno nonostante la vittoria di Rossi e del centrosinistra. Oggi voterei uguale.

    12 Giugno 2011 – Referendum

    Ai referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento voto 4 SI, che vincono in tutti i referendum superando il quorum. Oggi voterei uguale.

    Dopo 8 anni da elettore le sconfitte probabilmente superano le vittorie, con alcune come quella del 2008 che ancora brucia. Spero in futuro di vivere più vittorie, non sarà facile.

    Tra pochi giorni tornerò a votare, so già per chi votare. voterò per l’unica scelta che ritengo sensata oggi quella di sostenere Bersani votando Sinistra Ecologia e Libertà.
    È l’unico modo che ha oggi l’Italia di avere una vera sinistra che vuole governare, è l’unico modo per iniziare a cambiare qualcosa.
    Sono consapevole che non basterà questo voto, ma penso che sia il primo passo necessario per un lungo lavoro di ricostruzione di questo paese.

     

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  • Lettera al Compagno Segretario

    Caro Compagno Segretario, 
    posso chiamarti Compagno vero, mica te la prendi? 
    Non mi conosci, sono uno di quei 485.698 elettori ed elettrici del centrosinistra che hanno votato Nichi Vendola al primo turno delle primarie. 
    L'ho fatto perché credevo fosse la persona più adatta a rappresentare nel centrosinistra in Italia quella necessità di cambiare rotta che sento necessaria alla sinistra e all'Europa. 
    Le sue idee e le sue proposte sono quelle che mi hanno fatto sognare che l'Italia potesse prendere davvero una strada diversa e migliore rispetto a quella che ha intrapreso negli ultimi anni. 
    Purtroppo il mio voto e quello di altri non è bastato per permettere a Vendola né di vincere né di arrivare al ballottaggio, ma anche se non ha vinto penso che molte delle nostre proposte possano essere importanti per il futuro; i temi sollevati nel corso di questa campagna elettorale sono stati e saranno spunti di riflessione e patrimonio di tutta la sinistra e il centrosinistra.
    Caro Compagno Segretario, io non ti ho mai votato, non ho nemmeno mai votato il Partito Democratico, non so cosa farò domenica prossima, molto dipenderà da quello che dirai e che farai in questa settimana, non ti preoccupare però che Renzi non lo voto, troppo lontana la sua visione su tutto, quindi al massimo starò a casa a guardare con distacco e poca convinzione chi vince, oppure se saprai farti carico con un po' di coraggio di provare a rappresentarmi (parlo per me, che non ho la pretesa di parlare a nome di nessun altro, anche se magari qualcuno può riconoscersi nelle mie parole), di fare tue una parte delle istanze che abbiamo portato dentro a queste primarie. 
    Il dibattito e la discussione troppo spesso si è avvitato sulla conformazione interna del Pd, lasciando fuori la realtà, quella che parla di giovani nelle piazze, fabbriche che chiudono, frane che distruggono case e paesi. 
    Il Pd oggi, per quanto io l'abbia sempre criticato, è l'unico spazio intorno al quale oggi ruota la possibilità per la sinistra politica di incidere nelle vite delle persone, ma da solo quello spazio non basta, va riempito insieme a quella sinistra polverizzata che vive in migliaia di realtà difficili. 
    Per un lungo periodo ci siamo divisi pensando di poter bastare da soli, quello è stato il motivo per cui abbiamo perso e continuiamo a perdere.  
    I prossimi anni saranno difficili per l'Italia e per l'Europa, solo con l'ottimismo della volontà (sarebbe stato bello sentir tornare a pronunciare il nome di Gramsci, come ispirazione a riprendere l'egemonia culturale, ancora salda nelle mani del berlusconismo), ritornando a sognare, possiamo affrontarli senza soccombere nel pessimismo della ragione e impantanarci nelle virgole di un realismo grigio. 
    Oggi abbiamo bisogno di speranze e solo camminando insieme possiamo pensare di costruirle. 
    Mettiamoci a lavoro, su molti punti siamo già vicini, non dovrebbe essere troppo difficile se ci impegniamo. Collaboriamo, costruiamo qualcosa di bello che ridia speranza alle persone, facciamo vedere qual è il cambiamento che vogliamo. 
    Caro Compagno Segretario, ti auguro un buon lavoro in questa tua ultima settimana di campagna elettorale per queste primarie, la mia speranza è quella di incontrarsi domenica prossima dentro il seggio, insieme a tante persone.
     
     
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  • Piazza bella piazza?

    Prendo spunto da un post di Giovanna Cosenza e da uno di Loredana Lipperini.

    La Piazza con la P maiuscola è quell'entità che da sempre dovrebbe portare attraverso una sollevazione popolare al cambiamento.

    Usata e abusata è divenuta il fine e non più il mezzo, cancellata mediaticamente in tutti i casi in cui non è stramba o con numeri che non possono essere ignorati e per rimediare gli organizzatori gonfiano ogni oltre limite, sparando cifre improbabili o provano a fare notizia in altro modo. Manifestazioni importanti, ma dai numeri non gonfiati, vengono così oscurate anche sui giornali presunti di "sinistra" (vedi le manifestazioni del movimento per la casa romano, raccontata su internet dal solo Lorenzo Cairoli e ignorate, ma più motivi da tv, stampa nazionale e locale, anche da quella considerata di "sinistra").

    A inizio anni 2000, da Genova in avanti i movimenti avevano saputo andare oltre la piazza, usare le rete, nascevano i network di Indymedia, venivano scambiate riflessioni, progetti, appuntamenti, venivano connesse esperienze, sui forum i dibattiti erano accesi, le mailing list producevano analisi e confronto.
    Per poter ritrovare qualcosa di simile a quello che accadde in quei mesi bisogna arrivare al movimento dell'Onda (qua ne scrivevo a novembre) dello scorso autunno, con la sua scoperto dei social network, con lo scoprire come relazioni virtuali si possano tradurre nella realtà e riempire le piazze e le assemblee.
    Oggi stiamo assistendo ad un fenomeno simile con la nascita dei tanti micropride spontanei di questi giorni(e bravo zambardino a parlarne).

    In tutto questo quelli che fanno la figura degli assenti sono i soggetti organizzati. Spiazzati completamente da quello che la rete ha messo a disposizione, non riescono ancora a capire come interfacciarsi ed usare i nuovi strumenti, da affiancare all'organizzazione "reale" per poter incidere nella società, per ricostruire un immaginario, un alfabeto simbolico andato in frantumi sotto i colpi dell'egemonia culturale berlusconiana.

    Sempre più debole, tutta la sinistra ha un compito, che non è quello di sconfiggere elettoralmente Berlusconi (che sarebbe sicuramente più semplice), ma quello di riuscire a ricreare un immaginario tale che possa competere per l'egemonia culturale in Italia, che si dimostri alternativo a quello vincente degli ultimi 20 anni.

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  • Riflessioni di fine agosto.

    L'estate sta per finire (anche se per me le ferie arrivano solo la prossima settimana) settembre è alle porte, a sinistra siamo sempre fermi, qua sotto giusto qualche riflessione, sperando in un autunno caldo e che risvegli gli animi.

    Dove sono? Cosa faccio? Quale prospettiva? Quali obbiettivi? 

    Domande che in questo torrido agosto mi si sono riproposte in più e più occasion, ogni volta che c'è da pensare alla politica. Le risposte sono incerte, indeterminate a tal punto che Heisenberg sarebbe fiero. 
    Sapevo che sarebbe stato difficile, buttarsi in un mare aperto che può portarti giù in ogni momento, consapevole però che non c'era e non c'è altra alternativa possibile per una sinistra possibile in Italia.

    Il percorso di Sinistra&Libertà sembra sostanzialmente immobile, nonostante un milione di voti arrivati partendo da zero, nonostante la voglia di quelle tante persone trovate lungo il cammino di questi mesi di mettersi in gioco, di scommettere su qualcosa da creare da zero.
    E invece niente, siamo fermi, inchiodati, stop, alt, non un passo avanti, fermi a fare cosa poi non è dato sapersi, visto che non esiste un luogo di dibattito, quindi fermi perchè così vuole qualche dirigentello avanzato e ammuffito che non si capisce con quale delega parla nel momento in cui dovrebbe essere la "base" a parlare a proporre.
    Vengono creati finti momenti di confronto come sarà l'assemblea del 19 settembre, tutti sappiamo già come finirà, tante belle parole e poi ci rivediamo per le elezioni regionali del 2010, con quale forma alchemica questa volta ancora non è dato sapersi; visto che Nencini ed il suo Ps in Toscana per esempio hanno approvato la nuova legge elettorale che inserisce lo sbarramento al 4% e si prospetta un loro inserimento nelle liste del Pd, i Verdi toscani che allo stesso modo non vogliono costruire S&L che continua a rimanere un marchio propietario dei 5 microsoggetti organizzati che l'hanno messo in piedi come cartello elettorale. Manca quel passo avanti che tutti ci aspettavamo, quello della trasformazione da cartello a soggetto politico vivo, dove tutti sono chiamati a rimettersi in gioco, a darsi da fare. 

    Il tempo passa veloce e si porta via la speranza e la voglia di tanti che non vedono prospettive e progetti, si avvicina settembre e l'autunno sarà difficile.
    C'è ancora tempo, ma per ogni secondo sprecato vi è qualcuno che perde la speranza.
    Ci vuole finalmente quel tanto atteso rovesciamento della piramide, che nel momento in cui c'è il nulla, qualcosa nasca dove c'è la presenza vera, nei territori, dove c'è chi si è sporcato le mani di colla e inchiostro, dove c'è chi ha messo la propria faccia e la propria persona in gioco, perchè nelle stanze dove si ritrovano in 5 non nascerà mai niente. 

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  • S’ode a Sinistra

    Io voglio far qualcosa che serva     
    (Afterhours – Il paese è reale)     
     
    Ho fatto scelte pesanti che hanno riguardato la mia vita politica negli ultimi mesi, con la voglia e la volontà di mettermi subito a costruire qualcosa di nuovo, di concreto, di vivo. Un soggetto in grado di rappresentare un'alternativa vera, che nella tempesta della crisi riuscisse a proporre soluzioni concrete e praticabili.
    Allo stato attuale delle cose mi trovo invece con tanti tentativi, con tante energie spese, ma con una prospettiva che mi inquieta. La creazione di un cartello elettorale a livello nazionale è un netto arretramento nella costruzione di quel soggetto politico della sinistra che personalmente vorrei vedere.
    Avrei preferito un po' di coraggio, un po' di voglia di mettersi davvero a sperimentare forme e nuovi modi di organizzarsi, perchè avrebbe dato un senso anche a tutte le persone che nei territori si sbattono e provano invece a dare davvero la possibilità a tutte le persone di poter partecipare e prendere le decisioni, senza precludere i momenti decisionali a chi ha voglia di mettersi in gioco. Invece le scelte fatte sul livello nazionale e tutte le divergenze tra dirigenti si ripercuotono su ogni livello, nel momento in cui si pensa in termini di cartello e successiva unione tra soggetti già organizzati.

    Ed io sono qua nel mezzo, a ballare, sballottato tra la voglia di mandare tutto a monte e provare a seguire davvero un'altra strada e la realtà di non riuscire a farlo. 

     
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  • Controllo della realtà.

    Come non essere d'accordo con Sergio Maistrello

     "Reality check. Ecco, secondo me potrebbe essere una buona via d’uscita da questa pericolosa fase della vita democratica italiana, in cui chi parte per la tangente detta le regole del gioco e si porta dietro tutti, invece di essere energicamente richiamato all’ordine. Viviamo una realtà spesso costruita su certezze di terza o quarta mano, abbiamo bisogno di ingenti verifiche di corrispondenza con la realtà. Non saltuarie, ma costanti e distribuite. A cui ciascuno di noi è chiamato contribuire secondo le proprie competenze. Oggi abbiamo la voce pubblica per farlo, abbiamo il canale per mettere a disposizione quanto sappiamo. E penso che il prossimo ciclo politico sarà gestito dalla prima coalizione di volonterosi in grado di raccogliere competenze ed esercitarle in modo rigoroso per allontanarsi dall’attuale arena di eccessi e menzogne."

             via Se tornassimo ai fatti » Sergio Maistrello.

    Come in un mondo orwelliano siamo circondati da notizie che non lo sono, verità costruite a puntino, leggende metropolitane che si propagano alla velocità della luce, in un calderone di informazioni in cui sempre di più l'essenziale è il filtro che vi si applica.
    Se prima era molto difficile confutare le verità distribuite dai media, che quindi diventavano assolute, quante volte si è confutata una tesi con un "l'hanno detto in televisione" "è scritto sul giornale". Queste affermazioni non si possono più considerare vere o non si dovrebbero, la frase del politico di turno nel tg, le cifre dette a caso neei talk show, le dichiarazioni su giornali, non possono più essere prese per vere, perchè spesso non lo sono, ed oggi si può dimostrare e si può far sapere.
    Ha ragione Antonio Sofi quando scrive che siamo al controllo della surrealtà, in cui c'è la gara ha dichiarare la prima cosa improbabile che passa per la mente, per vedere chi la dice più grossa, però in questo momento in cui le opposizioni, tutte, quelle parlamentari e quelle extraparlamentari, latitano o si prestano allo stesso gioco del surreale, può venire dalle persone normali questo controllo, sarà difficile, ma di battaglie da combattare ce ne sono tante e tante ce ne saranno in futuro.

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  • Partire.

     
    Non ci sono resurrezioni in politica, ma solo nuovi parti, un nuovo partire piuttosto che un nuovo partito, un processo piuttosto che una sigla…

    Nichi Vendola, Chianciano 24 gennaio 2009. 

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